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YouTube e X accusati per le fake news prima delle elezioni europee

L’organizzazione spagnola Maldita.es ha scoperto che YouTube e altre piattaforme non hanno bloccato le fake news prima delle elezioni europee.1 Hanno esaminato più di 1.300 post. Questi includevano quelli di Facebook, Instagram, TikTok, X e YouTube nei 26 Paesi dell’UE. La ricerca copriva i quattro mesi prima delle elezioni.

Punti chiave

Rivelazioni di un rapporto di Maldita.es

Il report di Maldita.es, un gruppo spagnolo di fact-checking, mostra che le grandi piattaforme online hanno faticato contro le fake news prima delle elezioni europee1. Hanno esaminato più di 1.300 post su vari siti, tra cui Facebook, Instagram, TikTok, X (ex Twitter), e YouTube in 26 Paesi dell’UE.

Un’organizzazione spagnola di fact-checking

Maldita.es è specializzata nel controllo delle notizie false. Il suo obiettivo è smascherare le bugie e favorire l’accesso a notizie verificate. Ha esaminato da vicino come le grandi piattaforme abbiano gestito le fake news prima delle elezioni europee.

Analisi di oltre 1.300 post sulle piattaforme in 26 Paesi dell’UE

I ricercatori di Maldita.es hanno esaminato più di 1.300 post su vari social media. Questi includono Facebook, Instagram, TikTok, X (ex Twitter), e YouTube in 26 Paesi dell’UE. Lo studio è stato fatto nei quattro mesi prima delle elezioni. Hanno valutato se le piattaforme abbiano fatto abbastanza per fermare la diffusione di fake news.

Piattaforma Azioni visibili contro la disinformazione
YouTube Non ha intrapreso azioni visibili nel 75% dei casi12
X (ex Twitter) Non ha intrapreso azioni visibili nel 70% dei casi12
TikTok È intervenuta visibilmente sul 40% dei post di disinformazione12
Instagram È intervenuta nel 70% dei casi di disinformazione12
Facebook È intervenuta nell’88% dei casi, aggiungendo etichette di fact-checking nel 77% delle azioni12

Le cifre mostrano che le maggiori piattaforme online non hanno fatto abbastanza. Hanno lasciato che molte fake news circolassero senza correggerle. Questo è successo prima delle elezioni europee.

YouTube: la piattaforma peggiore nel contrastare la disinformazione

Il rapporto ha evidenziato che YouTube ha fatto poca strada nel combattere la disinformazione. Questo è avvenuto prima delle elezioni europee.3 YouTube non ha agito in modo visibile nel 75% dei casi esaminati contro i contenuti non veritieri.3

Nessuna azione visibile nel 75% dei casi

Nel 80% delle situazioni in cui YouTube ha fatto qualcosa, ha solo messo informazioni generiche. O ha etichettato il video come proveniente da un media di Stato. Non ha chiarito perché il contenuto fosse falso.3 Video con più di 500.000 visualizzazioni hanno beneficiato di queste misure insufficienti.3

Interventi limitati ad aggiungere informazioni generiche

Lo schema d’intervento di YouTube è stato considerato troppo blando contro le fake news. Questo valeva in particolare prima delle elezioni europee.3 La piattaforma non è stata rapida né efficace nel suo intervento. Cose sbagliate hanno potuto raggiungere molte persone.3

X (ex Twitter) non ha fatto meglio

Anche X, ex di Twitter, ha faticato a fermare la disinformazione. Non ha preso azioni chiare nel 70% dei casi esaminati.4 Di 20 post molto visti su cui non si è agito, 18 erano di X. Ogni post vanta oltre 1,5 milioni di visualizzazioni.4

Nessuna azione visibile nel 70% dei casi

Il report mostra che X (ex Twitter) non ha agito nel 70% dei casi. Non ha cercato di fermare la disinformazione prima delle elezioni europee.4

Tra i 20 post più virali, 18 erano su X

Il report ha scoperto che su 20 post molto visti, 18 erano di X. Questi post hanno superato 1,5 milioni di visualizzazioni ciascuno.4

Pochi provvedimenti sui post riguardanti migranti ed elezioni

Le piattaforme online hanno agito meno contro i post falsi sui migranti (57% non hanno fatto niente). Lo stesso è successo per i post che dubitavano della giustizia delle elezioni (56%). YouTube e TikTok non hanno risposto alla disinformazione sui migranti5.

Piattaforma Provvedimenti sui post riguardanti migranti Provvedimenti sui post riguardanti elezioni
YouTube 0%
TikTok 0%
Altre piattaforme 43% 44%

Questi dati sottolineano che le grandi piattaforme social non hanno fatto abbastanza per fermare le fake news sui migranti e le elezioni6.

Le piattaforme obbligate ad agire dalla Legge sui servizi digitali

Le grandi piattaforme online, come X (ex Twitter) e Meta (Facebook e Instagram), devono lottare contro la disinformazione, secondo la Legge sui servizi digitali (DSA) dell’Unione Europea.7 La DSA mette in atto regole severe per la moderazione dei contenuti, per rendere l’ambiente online più sicuro e affidabile.7 È orientata a garantire la protezione dei diritti fondamentali, come quelli stabiliti dalla Carta dell’UE.7

Indagini in corso su X e Meta

La Commissione europea ha iniziato ad indagare su X (ex Twitter) e Meta per vedere come gestiscono il rischio e moderano i contenuti.7 Questo mostrà l’importanza di regolamentare il modo in cui le piattaforme gestiscono i contenuti online. Diverse tipologie di contenuti richiedono un approccio ben pensato alla moderazione.7

Legge sui servizi digitali

Facebook e Instagram: performance leggermente migliori

Ancora di più, Facebook e Instagram hanno fatto meglio. Lo dice un rapporto di Maldita.es. Hanno lavorato di più contro le fake news prima delle elezioni europee.8

Facebook ha etichettato i contenuti falsi nell’88% dei casi

Secondo il rapporto, Facebook ha segnato i contenuti falsi nell’88% dei casi. Ha anche aggiunto info extra. Ma non ha cancellato tutto il contenuto falso.8 Instagram ha fatto qualcosa nel 70% dei casi. TikTok invece solo nel 40% dei casi analizzati.8

Non sono arrivati alla perfezione. Ma Facebook e Instagram si sono impegnati di più. Hanno cercato di bloccare notizie false sulle elezioni europee.8 Questo dimostra che è importante lavorare tutti insieme. Così si proteggono le elezioni.9

Piattaforma Azioni contro la disinformazione
Facebook 88% dei casi con etichettatura di contenuti falsi
Instagram 70% dei casi con interventi
TikTok 40% dei casi con interventi

Facebook e Instagram hanno fatto dei passi avanti. Hanno lottato di più contro la disinformazione alle elezioni. Ma c’è ancora molto da fare per diffondere solo notizie vere e sicure. Soprattutto sui media digitali.9

YouTube e X non hanno contrastato le fake news prima delle elezioni europee

Un rapporto di Maldita.es ha scoperto che YouTube e X (ex Twitter) hanno fatto fatica a fermare le false notizie. Questo è accaduto prima delle elezioni europee. Il 75% dei casi su YouTube e il 70% su X non hanno visto alcuna azione1. Nel top 20 post senza intervento, 18 erano su X e avevano oltre 1,5 milioni di visualizzazioni1.

Il report dimostra che YouTube è stata meno attiva nel ridurre la disinformazione. Nel 75% dei casi, non faceva nulla retroguardia2. Inoltre, in quattro quinti dei casi dove è intervenuta, ha fatto poco. Ha messo informazioni generiche o ha etichettato i contenuti come potenzialmente falsi senza spiegare il motivo2.

Anche X ha incontrato difficoltà nel contrastare le false notizie. Il 70% dei casi non ha visto azioni da parte sua2. In soli 15% dei post, le note esplicative spiegate dalla comunità erano visibili1.

Preoccupazioni per l’uso di intelligenza artificiale e deepfake

Gli esperti sono preoccupati per i deepfake. In particolare per i deepfake vocali che sembrano reali. Questi false video sono molto facili da diffondere online.

Portano informazioni sbagliate per guadagnare soldi o influenzare le opinioni. Possono danneggiare l’ambiente politico o l’ordine pubblico.10

Deepfake vocali molto convincenti

I deepfake vocali sono sempre più reali grazie all’IA. Possono facilmente trarre in inganno.11 Secondo Andrea Pirro, creano anche notizie false contro l’UE.11

Caso di Michal Šimečka in Slovacchia

Nel 2023, durante le elezioni slovacche, Michal Šimečka ha subito disinformazione. Una falsa registrazione deepfake ha alimentato la campagna contro di lui.11 Questo evento mostra i rischi per le elezioni e la società democratica. L’avanzamento tecnologico mette a rischio la veridicità dei processi elettorali.10

Sforzi delle piattaforme per contrastare la disinformazione

Le grandi piattaforme online fanno molto per fermare le fake news. Hanno appena iniziato a seguire regole date dalla Commissione europea. Queste norme aiutano a evitare bugie che influenzano le elezioni.12

Codice di condotta dell’UE sulla disinformazione

Le elezioni europee del 2018 hanno spinto l’UE e i giganti del web a unirsi. Hanno firmato un accordo per combattere le notizie false su internet.13 Con il Digital Services Act, le grandi aziende del web devono ora fare di più. Hanno regole chiare, importanti per bloccare migliaia di notizie false.13

Centri operativi elettorali e verifiche dei fatti

Per affrontare meglio le fake news, molte piattaforme hanno aperto dei centri speciali. Aiutano chi è incaric

Conclusione

L’analisi di Maldita.es sottolinea che piattaforme come YouTube12> e X (ex Twitter)12 non hanno fermato le fake news prima delle elezioni europee. Anche se queste piattaforme si sono unite al Codice di condotta dell’UE e hanno creato centri operativi, il problema persiste. L’uso di intelligenza artificiale e deepfake è una minaccia per la correttezza elettorale.2

Adesso, gli esperti chiedono agli elettori italiani di essere molto cauti con le notizie. È importante non condividere informazioni false o ingannevoli.1 Anche se Facebook1 sta etichettando le fake news e TikTok2 ha rimosso molti post falsi, c’è ancora molto da fare per assicurare che le notizie siano vere durante i periodi elettorali.

Le piattaforme online devono fare di più per controllare i contenuti e lavorare con chi fa il fact-checking. Solo un’impegno totale può rendere l’online un posto più sicuro e affidabile per tutti.

FAQ

Quali sono i risultati dell’analisi condotta da Maldita.es sulle piattaforme online prima delle elezioni europee?

Il report di Maldita.es mostra che YouTube e X (ex Twitter) non hanno fermato le fake news prima delle elezioni europee.

Come si è comportata YouTube nel contrastare la disinformazione?

YouTube ha avuto scarsi risultati nel fermare la disinformazione. In molti casi, non ha fatto nulla. Nel 75% dei casi, l’azione presa era debole.

E come si è comportata X (ex Twitter)?

X (ex Twitter) non ha fatto molto meglio. Ha ignorato il problema nel 70% dei casi. In 18 post popolari su X, con molti visualizzazioni, non c’è stata alcuna azione.

Le piattaforme hanno preso meno provvedimenti sui post di disinformazione riguardanti alcuni temi?

Sì, hanno agito meno su posts che parlano dei migranti e che mettono in dubbio le elezioni. Nel 57% dei post sui migranti e nel 56% sulle elezioni, non è stata presa alcuna azione. YouTube e TikTok non hanno risposto alla disinformazione sui migranti.

Quali sono gli obblighi delle piattaforme online secondo la legge europea?

Le grandi piattaforme devono lottare contro la disinformazione per legge europea. Possono farlo etichettando o rimuovendo i contenuti.

Come si sono comportate Facebook e Instagram rispetto ad altre piattaforme?

Facebook e Instagram hanno fatto meglio della media. Facebook ha agito sull’88% dei casi, fornendo contesto. Instagram ha fatto lo stesso nel 70% dei casi. TikTok l’ha fatto nel 40%.

Quali sono le preoccupazioni legate all’uso di intelligenza artificiale e deepfake?

C’è molta paura attorno all’uso di deepfake e IA, specialmente con i deepfake vocali. Un politico è stato vittima di false registrazioni audio.

Quali sono le misure adottate dalle piattaforme per contrastare la disinformazione?

Le aziende stanno facendo diverse cose per fermare la disinformazione. Hanno aperto centri per le elezioni e stanno etichettando i contenuti falsi. Si stanno pure allineando al Codice di Condotta dell’UE sulla disinformazione.

Link alle fonti

  1. https://it.euronews.com/next/2024/06/12/youtube-e-x-non-hanno-contrastato-le-fake-news-prima-delle-elezioni-europee
  2. https://it.investing.com/news/economy-news/youtube-e-x-non-hanno-contrastato-le-fake-news-prima-delle-elezioni-europee-2400059
  3. https://www.astrid-online.it/static/upload/pape/paper13_lehner.pdf
  4. https://www.wired.it/article/commissione-europea-leggi-digitale-big-tech-intelligenza-artificiale/
  5. https://documenti.camera.it/leg18/dossier/Testi/CU0083.htm
  6. https://thesis.unipd.it/retrieve/dcbeb4b3-30be-4098-905e-110210252505/Pasuto_Daniele.pdf
  7. https://www.uniba.it/it/docenti/morgese-giuseppe/pubblicazioni/copy_of_ModerazioneerimozionedeicontenutiillegalionlineneldirittodellUE.pdf
  8. https://www.salvettifoundation.eu/media-news/
  9. https://op.europa.eu/webpub/com/general-report-2019/it/
  10. https://www.astrid-online.it/static/upload/poll/pollicino_dunn_editoriale_03062024220706.pdf
  11. https://it.euronews.com/next/2024/02/09/ia-e-elezioni-europee-la-nuova-tecnologia-favorira-leuroscetticismo
  12. https://it.euronews.com/next/2024/04/25/elezioni-ue-come-si-sta-preparando-leuropa-a-possibili-campagne-di-disinformazione
  13. https://www.ilmessaggero.it/editoriali/cosi_la_disinformazione_entra_nelle_urne-8163072.html
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