Il dramma tra OpenAI e Scarlett Johansson ci offre uno sguardo interessante sul futuro dell’intelligenza artificiale. Tutto è iniziato quando Sam Altman, CEO di OpenAI, ha presentato “Sky”, una delle voci di ChatGPT, che molti hanno ritenuto simile a quella di Johansson.
L’attrice ha dichiarato che Altman le aveva chiesto più volte il permesso di utilizzare la sua voce, ma lei aveva sempre rifiutato. I suoi avvocati hanno richiesto spiegazioni a OpenAI, che ha ritirato Sky un giorno prima della dichiarazione di Johansson.
Nonostante OpenAI abbia insistito che Sky fosse basata su una diversa attrice professionista, la somiglianza ha suscitato numerose critiche. La vicenda ha portato alla ribalta questioni etiche e legali nell’uso delle voci sintetiche, mettendo in discussione la trasparenza e l’integrità di OpenAI. L’intera industria dell’AI ha dovuto affrontare una settimana di spiegazioni e giustificazioni.
La vicenda di Johansson mette in luce come le percezioni collettive possano influenzare l’opinione pubblica e la fiducia nell’AI.
Anche se legalmente Sky non è la voce di Johansson, il fatto che molte persone lo credano è sufficiente a danneggiare la reputazione di OpenAI.
Questo episodio dimostra che le illusioni collettive possono far ignorare le problematiche reali dell’AI, come le sue “allucinazioni”.
Inoltre, il comportamento di Altman ha sollevato ulteriori domande. Citare il film “Her” durante la presentazione di Sky è stato visto come un atto impulsivo o arrogante. Il film, in cui Johansson dà voce a un’assistente AI, è uno dei preferiti di Altman, ma il riferimento diretto ha aggravato la situazione.
Questo incidente non solo ha messo in discussione l’etica di OpenAI, ma ha anche evidenziato le difficoltà tecniche che l’azienda sta affrontando. L’episodio ha danneggiato il marchio OpenAI e potrebbe avere ripercussioni legali significative.
Con un settore in rapida evoluzione e sempre sotto i riflettori, è cruciale che le aziende tecnologiche bilancino innovazione e rispetto dei diritti individuali.
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